L'ultimo leone delle caverne d'Europa

Immagine decorativa

 

  • A quasi 80 anni dalla sua scoperta, una pietra decorata proveniente da Grotta Romanelli rivela importanti novità sull'arte delle ultime società di cacciatori e raccoglitori dell'Italia e dell'Europa.
  • La figura felina nuovamente presa in esame con avanzate tecniche analitiche testimonia l'ultima rappresentazione e anche l'ultima testimonianza di leone delle caverne in Europa.
  • L'approccio interdisciplinare ha permesso di datare questa raffigurazione a circa 12.000 anni fa.
  • Questa immagine conferma l'importanza di questo grande felino nelle ultime culture del Paleolitico Superiore in tutta Europa.
  • Grazie all'applicazione di tecniche spettroscopiche è stato possibile confermare che la pietra decorata era anche incisa e dipinta, per cui ora possiamo ipotizzare che la pittura fosse una pratica comune nella Grotta Romanelli.

[Lavoro sul campo a Grotta Romanelli (credit: L. Forti)]

 

Grotta Romanelli è un sito di grande importanza per lo studio della preistoria in Italia a partire dai primi studi effettuati all’inizio del XX secolo. La grotta e il contenuto dei sedimenti deposti al suo interno sono stati oggetto di studi fino all’inizio degli anni ’70 del Novecento, prima di andare incontro ad un parziale oblio. Nel 2015, dopo più di 40 anni di chiusura furono avviate nuove ricerche sul campo autorizzate dalla SABAP di Brindisi e Lecce, e finanziate dal progetto Grandi Scavi di Sapienza, Università di Roma (resp. prof. R. Sardella) caratterizzato da un forte approccio interdisciplinare che include differenti studiosi di differenti istituzioni e competenze scientifiche. In questo ambito, all’interno del progetto di ricerca “Dec.O.- Decorated Objects of Romanelli Cave, a key site of the Late Pleistocene-Early Holocene Mediterranean” condotto da Dario Sigari presso il laboratorio del CNRS francese TRACES di Toulouse (Francia) e l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del CNR italiano, si è riconosciuta l’ultima evidenza di leone delle caverne d’Europa. 

Questa testimonianza consiste in una figura incisa su una pietra ritrovata a Grotta Romanelli (Castro, Lecce) oltre 80 anni fa.

Il reperto oggi conservato presso il Museo delle Civiltà di Roma, che ha gentilmente concesso i permessi di ricerca, venne ritrovato alla fine degli anni Trenta da A.C. Blanc.

Grazie al nuovo studio sistematico di tutta l’arte mobiliare di Grotta Romanelli, finanziato anche dalla Fondation Fyssen, e grazie a un approccio interdisciplinare che ha coinvolto specialisti di diverse istituzioni oltre a Sapienza (CNRS, Université Jean-Jaurés, ISPC-CNR, Universidad Complutense de Madrid, Università di Milano, Università di Torino, IGAG-CNR, Università di Cagliari) è stato possibile chiarire con maggior precisione quale animale fosse stato rappresentato, quali tecniche fossero state utilizzate per
decorare il blocco e quando.

La risposta a questi punti ha aperto prospettive interessanti sull’arte di Grotta Romanelli” dichiara Dario Sigari. “La raffigurazione è stata eseguita tra 12.700 e 11.000 anni fa, quando ormai pochi esemplari di leone delle caverne erano presenti in Europa, apparentemente proprio in sud Italia. E quello rappresentato a Grotta Romanelli offre il limite temporale, oltre il quale non abbiamo più tracce di questo animale nel nostro
continente.

Il lavoro, pubblicato sulla rivista internazionale Quaternary Science Reviews, svela ulteriori dettagli sulla tradizione artistica di Grotta Romanelli, dimostrando quanto il contesto ambientale abbia influenzato lo sviluppo di un patrimonio simbolico-figurativo e quanto il leone delle caverne - uno0 dei più grandi felini mai esistiti - sia stato una figura di rilievo per le popolazioni preistoriche, come giustificherebbe la sua presenza nell’arte parietale e mobiliare europea.
Oltre al leone, sul blocco sono stati incisi un asino europeo (Equus hydruntinus), una serie di linee senza ordine apparente, e un rettangolo frangiato che fu realizzato prima del leone.
Con grande sorpresa” dichiara poi Sigari “abbiamo riscontrato che la pietra ha una serie di raschiature dovute alla preparazione della superficie, e inoltre la superficie dove si trova il leone presenta tracce di pigmento rosso che rivelano l’uso di ocra.”. Gli aspetti tecnici, stilistici e tematici collocano così appieno l’arte di Grotta Romanelli nella tradizione artistica della fine del Paleolitico superiore europeo.

Infine, conclude il prof. Raffaele Sardella, del Dipartimento di Scienze della Terra di Sapienza “l'interdisciplinarità di questo lavoro sottolinea l'importanza di questo tipo di approccio nella ricerca, nonché la necessità di riprendere in mano le vecchie collezioni che hanno ancora tanto da svelare, e, nel caso specifico, apre nuove prospettive di ricerca sul valore simbolico dei grandi felini per le popolazioni paleolitiche, e sull'estinzione del leone delle caverne in Europa”.

 

[Il leone inciso di Grotta Romanelli (credit: D. Sigari)]

[Il leone inciso di Grotta Romanelli (credit: D. Sigari)]

[Modello tridimensionale del blocco inciso di Grotta Romanelli (credit: D. Sigari)]

[Modello tridimensionale del blocco inciso di Grotta Romanelli (credit: D. Sigari)]

[Il reperto decorato con la figura di leone (credit: D. Sigari)]

[Il reperto decorato con la figura di leone (credit: D. Sigari)]

[Rilievo del reperto graffito (credit: D. Sigari)]

[Rilievo del reperto graffito (credit: D. Sigari)]

 

 

The last cave lion of the late Upper Palaeolithic: the engraved feline of Grotta Ro-manelli (southern Italy) - Dario Sigari, Camille Bourdier, Claudia Conti, Jacopo Conti, Luca Forti, Marcos García Diez, Giorgio Lai, Ilaria Mazzini, Pierluigi Pieruccini & Raffaele Sardella
Doi: https://doi.org/10.1016/j.quascirev.2024.108670

 

Contatti 
 
RICERCATORI:

Dr Dario Sigari
MUSE- Museo delle Scienze di Trento
Italy 
Email: dariothebig@anche.no; da-rio.sigari@muse.it    

Prof. Raffaele Sardella
Dipartimento di Scienze della Terra,  Sapienza Università di Roma
Italy
Email: raffaele.sardella@uniroma1.it 
 

© Università degli Studi di Roma "La Sapienza" - Piazzale Aldo Moro 5, 00185 Roma